venerdì 21 novembre 2008

LA PRECARIETA' NELLE CURE PALLIATIVE

Questo blog si prefigge il compito di far conoscere all'opinione pubblica italiana ed alla classe politica la precarietà di chi ogni giorno da anni assiste fino alla fine i malati terminali.
Siamo stufi di sentire tutti riempirsi la bocca di cure palliative, assistenza ai morenti, dignità e poi nessuno pensa a garantire un minimo di diritti a chi da anni fa questo lavoro.

SCRIVETE NUMEROSI E RACCONTATE LA VOSTRA ESPERIENZA.
SE CI CONTIAMO, QUALCOSA CONTEREMO
Palliativista Precario

6 commenti:

iaia ha detto...

Scopro per caso l'esistenza di questo blog che , però, mi sembra ...deserto. Posso sapere da dove nasce il blog? Non posso credere che gli unici precari li conosca io ma che nessuno sappia del blog. Aspetto informazioni, per favore!

ra ha detto...

Ciao grazie per aver scoperto il blog: il "...mi sembra deserto " è un eufemismo ma è emblematico della situazione delle migliaia di palliativisti italiani che non figurano da nessuna parte: un esercito di precari che da 10-20 anni manda avanti la baracca per il SSN, ma che per il SSN non esistono in quanto senza specializzazione e destinati a rimanere precari a vita.
Il blog nasce dall'esigenza di far conoscere all'opinione pubblica questa scandalosa situazione, soprattutto in questi tempi nei quali tutti si riempiono la bocca di cure palliative. Prima però è importante contarsi e confrontarsi.
Ciao aspetto tue notizie
Palliativistaprecario

Anonimo ha detto...

Ciao collega,

per attirare un po' di lettori un blog ha ovviamente bisogno anche di contenuti. Racconta le tue esperienze da precario, vedrai che il deserto si riempirà presto.

In bocca al lupo!

Forrest

ra ha detto...

Ok, seguiamo il consiglio del più esperto Forrest (grazie ancora per la tua disponibilità.
Da 10 anni precario del SSN dapprima con incarichi professionali, poi con incarichi a tempo determinato. Migliaia di malati accompagnati fino alla fine. Ma senza specializzazione.Questo il problema di fondo:
Vi è ormai pressoché unanime consenso, nella
società e nella classe politica, nella Chiesa Cattolica, sul ruolo
fondamentale delle Cure Palliative, sulla necessità di cura e di non
abbandono dei malati terminali. L’implementazione e lo sviluppo di
questa disciplina è fondamentale per lo sviluppo della medicina moderna
e per una società democratica.
Tanto è stato fatto in questi anni, dall’
apertura degli Hospice alla semplificazione della prescrizione degli
oppioidi fino al recente inserimento delle Cure Palliative nei L.E.A.
Si è tuttavia sempre parlato poco (e fatto nulla) a riguardo della
problematica centrale: il personale medico che si dedica ai morenti.
Come saprete non esiste in Italia una scuola di specializzazione
universitaria in Cure Palliative. Gli attuali palliativisti
responsabili di strutture sono specialisti in altre discipline che
hanno volontariamente scelto di dedicarsi a questo settore.
Tuttavia la
maggior parte dei medici che si occupano di malati terminali, quelli
che sono quotidianamente a contatto con la gente che muore, la
“manovalanza” delle Cure Palliative, sono medici che hanno iniziato 10-
15 anni fa senza essere in possesso di una specializzazione, perché di
fronte all’esponenziale sviluppo delle Cure Palliative si registrava
una assoluta carenza di medici specialisti che accettassero di
dedicarsi ai morenti. Così gli ospedali hanno reclutato personale pur
in assenza di specializzazione e, per tutti questi anni, fino ad oggi
questi medici hanno garantito cure ed assistenza ai malati terminali in
Hospice e a domicilio.
Questi medici sono ormai persone
ultraquarantenni, molti sono parte importante delle società
scientifiche di Cure Palliative, sono medici che hanno scelto di fare
questo lavoro e di occuparsi di questi malati, rappresentano il futuro
culturale delle Cure Palliative nel nostro Paese. Ma non potranno mai
essere assunti nel SSN, e quindi non potranno guidare lo sviluppo
futuro della disciplina, perché senza il requisito della
specializzazione.
Da anni la Società Italiana di Cure Palliative pone
il problema di questi medici, oltre che della eventuale istituzione
della specializzazione universitaria.

iaia ha detto...

Carissimi,
chiedo scusa per il ritardo, dovuto a impegni di lavoro. Credo che sia diventato indispensabile contarsi e farsi ri-conoscere per far si che la voce non rimanga solo su un blog (per quanto indispensabile). Il presidente della SICP, Giovanni Zaninetta, è al corrente della situazione, come altri e da molti anni , ma manca il gruppo di pressione degli interessati , cioè noi. Dopo un incontro, con lo scopo di risottolineare il problema, lo stesso Zaninetta mi indirizza le mail di colleghi che si trovano in questa "ridicola " situazione, ben sintetizzata da chi mi scrive che non può accedere ai concorsi per diventare dipendente perchè senza specialità e non può accedere alla specialità senza perdere il lavoro perchè non dipendente. Un censimento , tanto per cominciare, potrebbe essere la partenza. Non mi risulta sia mai stato fatto. Potrebbe partire dalle sedi regionali della SICP. Ogni idea è meglio di niente. Ne aspetto altre e metto a disposizione le mie, prima di andare in "pensione" (HA!)

palliativista precario ha detto...

Cara iaia,
lo sappiamo bene che Zaninetta è al corrente della situazione, ma il problema è che non si muove!!!
Dico questo perchè già prima dell'estate scorsa, nel corso di un incontro sollecitato da alcuni di noi, aveva tirato fuori il discorso del censimento ecc.
Ora io non dico che se ne stia con le mani in mano, ma il problema è che noi pp non sappiamo nulla di quello che la SICP sta facendo (se lo sta facendo) nelle sedi istituzionali.
Martedi 3 febbraio la sicp dovrebbe avere partecipato alla audizione in XII commissione alla camera, dove si lavora alla prossima legge sulle cure palliative: ebbene qualcuno ne sa qualcosa? o si prende questo treno o mai più....
Sono d'accordo, occorre incalzare, ma sono i nostri rappresentanti che devono poi muoversi. Adesso bisogna fare pressione sui politici perchè venga introdotta la sanatoria nella nuova legge: ripeto, ora o mai più!
Ciao